Questa pagina fa parte
della sezione interamente dedicata
(vedine l'inizio) a a chi deve ancora (e vuole) imparare a cercare l'oro
disponibile in natura, cioè sulle sponde dei fiumi o nelle
miniere o comunque ove esso sia rinvenibile: praticamente come
si faceva una volta, giusto per capirci, ai tempi del Klondike,
ma con la semplice e al tempo stesso sostanziale differenza che
il tutto può essere realizzato anche nel nostro Paese,
ovviamente "ridimensionando un pochino" le
aspettative. Questo ridimensionare non significa però
"doversi accontentare", anzi con un pizzico di bravura
e fortuna si possono avere piccole/grandi soddisfazioni non solo
morali, ma anche materiali, come ad es. una collana che ho fatto
fare per mia moglie esclusivamente col mio oro trovato: c'è da
dire che in questo caso ci vuole anche l'ulteriore fortuna di
trovare un orafo disponibile (e corretto) in questo servizio,
perché altrimenti detti orefici usano ben volentieri oro che
hanno lì già "pronto" e utilizzano il nostro per
pagarsi il lavoro. Ma di queste ed altre cose ne ho già parlato
in altre pagine: la tabella che segue ha invece lo scopo di
raggruppare schematicamente le note utili da acquisire ed
imparare a praticare per chi si stia avvicendando per le prima
volte alle ricerca aurifera. Si tratta di una sorta di
riassunto, accenni essenziali di tutto quanto viene ben già
esaurientemente descritto e sviluppato nella pagina dedicata
all'apprendistato e nei suoi approfondimenti, per cui
consiglio ovviamente di riferirsi soprattutto a dette pagine, ma
nel caso sorgessero là alcuni dubbi leggendone i testi, potete
provare a consultare questa, sicuramente più semplice e
sbrigativa, per poi tornare (una volta afferrati i concetti
base) alle descrizioni per esteso.
N.B. Qui mi sono
reso conto di "essermi lasciato prendere la mano":
quello che inizialmente doveva essere un riassunto
"concentrato" contiene invece anche alcune info non
presenti in altre schede ma che, insisto, conviene sempre
consultare partendo dall'Home Page perché così
si sarà "costretti" ad aprire varie pagine sequenziali che,
prima di portare a quella che realmente interessa, potrebbero
già contenere alcune informazioni su questi argomenti.
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Come e dove lo
si cerca |
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Presso miniere, filoni di
quarzo (dentro o fuori). |
Sulle sponde di grandi fiumi, ma anche in piccoli
torrenti. |
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In miniera. Qui
vi presenziano due tipologie di oro: quello distribuito all'interno dei solfuri (ad es.
nella Pirite) e quello nativo,
incastonato nel Quarzo o comunque nella sua roccia madre e quindi ben
visibile. Saranno utili allo scopo solo le miniere
con quest'ultimo. Lo si può cercare sia agendo direttamente sul filone
interessato (che come già detto è il quarzo, eccezioni a parte) sia frugando nelle
macerie che furono distaccate all'epoca dei lavori, sperando che a quei
tempi sia "sfuggito" qualcosa (è questa un'eventualità che
per vari motivi accadeva molto più spesso di quanto si possa pensare.
Infine, nel caso si disponesse di acqua si può anche provare a
raccogliere e lavare il terriccio
del suolo, cosa che però merita fare soltanto se si conoscono o si
presumono quali siano stati punti particolarmente ricchi della miniera,
appunto per agire in quei precisi posti.
Attrezzatura
di base in miniera. Come illuminazione le comuni pile
(torce elettriche) non vanno granché bene perché di solito non mettono
abbastanza in rilievo il colore del nostro nobile metallo rispetto a
vari solfuri o simili, in qualche misura gialli anch'essi; la lampada a
carburo (l'acetilene) invece, pur non permettendo una potenza di luce direzionale
ampia, mette in evidenza egregiamente il colore dell'oro facendolo ben distinguere, senza dubbi, da altri minerali. Di lampade a carburo, da
molti anni
se ne trovano ormai sul mercato diversi tipi, ad es. quelle con parabola
riflettente applicata sulla stessa struttura, oppure le praticissime con
il serbatoio da
appendersi alla cintola e da cui un tubicino porta il gas sino ad un ugello
che è applicabile sul casco (rimanendo così libere, a piena disposizione,
entrambe le mani per poter cercare ecc.)
Un altro
sistema di illuminazione validissimo e da me il preferito, si ottiene
modificando una comune lampada da campeggio (quelle con la focale
luminosa erogata da una retina) togliendole il vetro e poi sostituendolo con
un pezzo di tubo di metallo (per capirci, quelli delle stufe a legna)
con egual diametro e
altezza, cui verrà ritagliata ed asportata tutta la parte frontale
davanti, ottenendo così una sorta di parabola: anche quest'ultima tipologia di
luce mette assai bene in evidenza il colore che ha l'oro
nativo ed inoltre ha una
potenza direzionale di certo invidiabile: unica pecca, la fragilità della
retina, per cui occorre maneggiare detta lampada con attenzione ed è inutile dire
che sarà bene portarsi sempre una retina di riserva, oltre a un altra fonte luminosa
di riserva (cosa che è sempre fondamentale, al di là del tipo
d'illuminazione principale che si preferisce usare), ad esempio
una semplice pila che permetterà almeno di
raggiungere l'uscita ....
Vestiario.
Solitamente le miniere sono fredde e soprattutto umide, quindi non
occorrono spiegazioni!
Guanti,
non tanto per il freddo ma perché la roccia, soprattutto se
frantumata di fresco, è
piuttosto tagliente. Sono ottimi i guanti "da manovale", robustissimi
(non si tagliano), costano veramente poco.
Altri
attrezzi
vari: per agire sul filone occorre una mazzetta ed un punteruolo
(quindi, non a lama): la prima è bene che pesi almeno 2Kg, altrimenti
si fanno solo grandi fatiche e con scarsi risultati.
Il casco: è ovviamente utile per evitare
le varie "zuccate" (ma va benone anche
un berretto, basta che sia ben spesso) e diventa indispensabile nel caso si utilizzi
come illuminazione la
lampada carburo con il "frontalino" (vedi sopra).
Una zappetta,
se si vuole frugare nel materiale distaccato al tempo dei lavori.
Fogli di
giornale per avvolgere e salvaguardare i campioni trovati.
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Fuori. Considerando che come si
suole
dire la
perfezione è d'altro mondo, si può senz'altro contare sul fatto che, tra il
pietrame che durante il tempo dei lavori venne scartato e gettato a
costituire le cosiddette "discariche mnerarie", ci siano a
tutt'oggi diversi campioni con oro che fu perso o per svista o per
disparati motivi tecnici. Quindi tutti questi esemplari sono mischiati
insieme all'enorme quantità dello sterile che compone la
discarica, per
cui trovarli non è certo cosa facile,
o meglio, qui non si tratta nemmeno quasi più di bravura o altro, ma di
fortuna, cosa che volendo ha pure i suoi lati positivi perché colloca
sullo stesso piano i cercatori esperti con quelli che invece stanno
ancora imparando, offrendo così anche a questi ultimi la possibilità di
ritrovamenti guardando con cura il materiale della discarica; per fare
questo, il sistema consueto non è quello di osservare le pietre poste in
superficie, camminando, ma invece di scegliersi un qualsiasi posto e lì
iniziare, usando una "zappetta", un piccolo scavo (operazione
che si può svolgere standosene tranquillamente seduti) orizzontale indirizzato verso il colmo
delle macerie: in tal modo si otterrà presto un modesto fronte che
permetterà di vedere le varie pietre, minerali ecc. situati e stratificati sotto alla superficie.
Per gli stessi
motivi di cui sopra, se si disponesse di acqua nelle vicinanze si può anche
provare a lavare il terriccio della discarica,
sempre naturalmente tenendo conto che per fare tutto questo, con possibilità di trovare oro, è
indispensabile agire nell'ambito di giacimenti con oro nativo.
Un'altro tipo
di ricerca (e sempre all'aperto) per chi ama darsi da dare con la
classica "mazzetta"
ed il punteruolo", consiste nell'individuare gli affioramenti a giorno
di filoni di quarzo, sia che essi facciano parte di una
circostante miniera o meno, ed intervenire sui medesimi, appunto con mazzetta e
punteruolo (... e olio di gomito), per
verificarne quale ne sia la mineralizzazione; da notare che in questa circostanza
merita
senz'altro cercare
d'individuare ed agire presso i cosiddetti brucioni
(cosa che
anche non essendo indispensabile è però, almeno potenzialmente, più redditizia).
Attrezzatura
all'aperto.
Le discariche
minerarie contengono pietrame che al tempo dei lavori venne considerato
sterile, quindi "gettato via", ma questo non significa affatto che nell'enorme quantità di
ciottolame non presenzino campioni con oro, anzi recenti esperienze varie
dimostrano il contrario e si tenga presente che se a prima vista questo
concetto potrebbe comunque dar l'idea del tipo "cercare l'ago in un
pagliaio", in realtà anche qui, per strano che possa sembrare, possono essere applicati particolari criteri di ricerca che aumentano la
possibilità di ritrovamenti, tipo considerare il fatto che il materiale
in loco risulta sempre stratificato ed altre analisi del genere.
L'attrezzatura
che necessita per le ricerche in discarica è davvero poca.
Una
semplice zappetta
da giardinaggio lunga un paio di spanne per smuovere, mano a mano e con occhio
attento, i vari sassi nella speranza di vederne uno con qualche
punteggiatura d'oro (che qui sovente risultano non più appuntite e
pungenti come quando le si stacca dalla roccia madre, ma invece piuttosto plasmate o schiacciate
a causa degli urti subiti).
Una comune
mazzetta se si vogliono rompere dei campioni che sembrano particolarmente
interessanti.
Guanti.
Come in miniera, l'ideale sono i comunissimi guanti da
manovale, perché robustissimi e non si tagliano.
Se si
vuole lavare. Nel caso presenzi nelle "immediatissime" vicinanze un qualsiasi corso d'acqua,
meriterebbe allora senz'altro disporre anche di batea e
canaletta per
poter lavare il terriccio, che è pur sempre materiale minerario, sia una piccola pala
(o un palotto) per
raccoglierlo, idem dicasi per un setaccio e per un secchio
che servirà al trasporto, del setacciato, fino all'acqua.
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Piccoli
torrenti. Come sappiamo, nei grandi fiumi della Pianura Padana
c'è l'oro alluvionale (vedi qui a destra), ma merita tenere presente che
in diversi torrenti alpini disposti poco più a valle dei depositi
primari che contengono oro nativo ci sono spesso tracce aurifere, sia pagliuzze sia in pepitine più o meno
"cospicue" a seconda dei luoghi, le quali possono dare grandi
soddisfazioni. Va detto che in questo contesto il sistema di ricerca preferibile non
sarà più quello che si usa per l'oro
alluvionale, cioè le Punte
ecc, ma converrà agire
con altri metodi e mezzi. Per i metodi si lasceranno perdere le sponde
(asciutte) del torrente, ma si agirà invece nel letto stesso del
torrente perché le concentrazioni aurifere in questo caso
occorrerà cercare di localizzarle scavando ad es. intorno ai macigni che
per la loro posizione mutano inevitabilmente il normale
fluire della corrente creando dei punti di riposo (o di
"stanca") della medesima, pertanto bisognerà capire con quali
criteri la natura abbia lì deciso (lo fa ... statene certi) dove
collocare il materiale pesante e dove invece depositare lo sterile.
Su
quest'ultimo punto, che come immaginerete (se non lo sapete già) è
fondamentale per le ricerche nei torrenti con oro nativo, potrei anche
aggiungere i risultati delle mie esperienze, cioè spiegare per esteso il
frutto di anni di ricerche, come secondo me sia meglio comportarsi al
merito e se non lo faccio non è certo per "tirchieria" d'informazioni
(non avrei preparato tutte queste pagine sperando che vi tornino utili), ma
solamente per principio, nel senso che il Sito l'ho
impostato per aiutare a cercare l'oro con "la propria testa",
quindi in sostanza cerco di fornire quante più informazioni possibili (mie
oppure di altri), che siano sempre però in un formato che richieda
anche l'intraprendenza e l'abilità di ogni singolo cercatore d'oro, cioè voi
stessi.
Attrezzatura
piccoli torrenti.
Per cercare oro nativo nei torrentelli alpini non si
raccoglierà più materiale all'asciutto sulle loro relative sponde come
solitamente si fa con l'oro alluvionale, ma qui sarà necessario agire
proprio nel letto dei medesimi e ne deriva
necessariamente che o ci si affida
a periodi di tempo in cui i determinati corsi d'acqua siano quasi asciutti
(vedi ad es. il Rio Secco), o altrimenti sono
innanzi tutto indispensabili degli stivali più o meno alti,
a seconda del posto.
Pala.
Servirà una pala a manico lungo, meglio se ritoccata sia nel manico
sia con rialzo dei bordi laterali, per i cui motivi lascio ampio spazio a
vostre riflessioni e vostra inventiva per non dirvi proprio tutto.
Paranchino.
Molto utile per spostare i grossi massi nell'acqua, è di certo meglio il cosiddetto tipo a piede di porco,
lungo almeno un metro.
Setaccio.
In questa circostanza la grata che si usa per l' alluvionale è
troppo fine perché si sta cercando un'altra tipologia di oro (talvolta addirittura ancora attaccato alla matrice quarzosa),
quindi è bene che la maglia abbia delle dimensioni maggiori e questo anche perché, come si vedrà qui a seguire, non
comporta minimamente il rischio di perdere qualcosa.
Secchio.
Per potere agire bene, con una minor fatica e la maggiore resa possibile, basta
procurarsi un secchio dal diametro che ci si possa posare sopra, o un po'
incastrare, il setaccio: in tale modo il materiale raccolto (con
altro secchio) lo
si riverserà direttamente sul setaccio per poi "scrollare" a
lungo il tutto
versandovi sopra di tanto in tanto un poco d'acqua, così il "fino" scenderà
senz'altro nel secchio mentre quello che vi rimarrà sopra lo
si guarderà con molta attenzione perché ... non si sa mai, potrebbe contenere una gradevole e
grossa (visto che non è riuscita a passare dalla grata ... )
sorpresa!
Canaletta
e Batea. Ogni volta che il secchio di cui sopra sarà pieno, se ne
passerà il contenuto nella canaletta (meglio qui in una sua versione
"più stretta" della solita per l'alluvionale, anche per
favorirne la sistemazione) e a fine giornata si concluderà
come al solito trattandone con la batea il concentrato ottenuto.
Ecco
qui il Palotto: non saprei dire come altrimenti si potrebbe chiamare
questa sorta di mestolo allungato il cui manico orizzontale
è collocato dietro al suo "cucchiaione raccoglitore",
che usano gli empori di caramelle, di farine, cereali o negozi simili
che vendono "a peso"; l'attrezzo è reperibile in plastica o metallo e per
le nostre ricerche è sicuramente meglio il secondo, che a
differenza del primo non si consuma . E' utilissimo sia per raccogliere materiale sia per versare acqua sul setaccio come
già sopra descritto.
Guanti.
Senz'altro utili, anche se non indispensabili (dipende dalla temp.
dell'acqua ed inoltre proteggono le mani da escoriazioni) quelli in gomma lunghi fin
quasi al gomito.
Vedi scheda
con suggerimenti per
cercare oro nativo nei torrentelli.
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Grandi fiumi.
In questo caso si tratta di oro alluvionale ed è la ricerca più
praticata a livello amatoriale (ma ricordiamoci che una volta per taluni, in
Piemonte e Lombardia, costituiva una vera e propria fonte di reddito
quotidiano): detto oro è distribuito lì perché durante il processo di
disgelo avvenuto nelle epoche glaciali, dalle zone montuose (nel nostro caso, le Alpi) fu
trasportato più a valle per distribuirsi, infine definitivamente, sparso
(quindi non concentrato) nei terreni delle nostre grandi pianure
situate più in basso (Val Padana e dintorni). Oggigiorno le
attuali piene primaverili asportano "raspando" il materiale
delle sponde dei fiumi e ne concentrano le parti pesanti divelte
(oro, magnetite ecc,) in determinati anditi poco più a valle, che in
gergo chiamiamo Punte, mente i contenuti leggeri proseguono
depositandosi in altro modo (che a noi non riguarda).
Detto ciò,
risulta chiaro come sia fondamentale che le ricerche dell'oro
alluvionale vadano effettuate solo presso le "Punte" sopra
menzionate: una volta che ne sarà individuata una, si faranno bravi
sondaggi con la batea per riconoscerne la chiazza più ricca, nei cui
pressi si posizionerà infine la canaletta (se la si possiede) per
mettersi al "lavoro".
Attrezzatura.
Qui l'attività classica si svolge praticamente sempre sulle rispettive rive, presso il
bagnasciuga, oppure completamente all'asciutto, cioè anche all'interno
di alcuni metri rispetto all'acqua: basteranno quindi stivali
"standard" (50 cm. o poco più) che serviranno soprattutto
quando ci si avvicinerà all'acqua per lavare.
La
Canaletta, detta anche scaletta è importantissima per questa
tipologia di ricerca, cioè per l'oro alluvionale: si potrebbe
usare anche la sola batea, ma con quest'ultima, a parità di tempo non si
potrebbe trattare altrettanto materiale. La canaletta ha solitamente
dimensioni ampie sia in larghezza sia in lunghezza perché, a differenza
della ricerca nei torrenti alpini (vedi qui a lato) nei grandi fiumi tipo
Orba, Elvo, Ticino eccetera non sussistono problemi per posizionarla.
Di solito la si mette !a bagno" nelle immediate vicinanze della riva
e, aiutandosi con alcune pietre disposte a "V" a monte della
struttura, s'indirizza, si agevola e soprattutto si regola accuratamente
l'afflusso, la quantità e la corrente
d'acqua che sono necessari per il corretto funzionamento della stessa.
Anche
l'inclinazione della canaletta è importante e tutto questo lo si può
imparare con un minimo di pratica personale, tenendo presente che una giusta
corrente d'acqua farà scorrer via subito, senza rilevanti esitazioni,
tutto il materiale assolutamente più leggero (che è quindi sterile,
inutile) trattenendone al limite
una leggera striscia quasi esclusivamente nei gradini situati più a valle;
alcuni
sporadici residui si soffermeranno temporaneamente pure in quelli più a monte
che in realtà sono destinati
ad accogliere e a non lasciar proseguire tutte le varie cose più
pesanti, cioè oro, magnetite, piombini da pesca, pallini da caccia ecc.
Di tanto in tanto si provvederà, con movimento deciso ma preciso al
tempo stesso, a liberare le scanalature del "superfluo leggero" usando un sottilissimo bastoncino che si farà
scorrere orizzontalmente lungo tutta la larghezza dei solchi, un'operazione
da eseguirsi iniziando sempre da quello più a valle per concludere con
quelli più a monte i quali, nelle condizioni per così dire ideali,
dovrebbero
contenere sempre un po' di materiale nero (magnetite) dallo spessore
disposto "a scalare" verso il margine inferiore dei solchi e che avrà
l'importantissimo scopo di coprire fisicamente tutte le scaglie d'oro
presenti, garantendone così l'immobilità in loco.
A giornata
conclusa si travaserà nella Batea il concentrato ottenuto e si agirà
con essa finché rimarrà nella medesima (quasi) esclusivamente l'oro trovato.
P.S.
Inoltre, realizzare una pompetta di plastica che permetta di risucchiare
al suo interno le scagliette d'oro già mano a mano che le s'individua nella
batea, è molto utile e facile da farsi. Bisogna procurarsi uno di
quei piccoli flaconi cilindrici gommosi trasparenti sul cui
tappo, che è solitamente a vite, si farà un buco di precisione per
inserire, sino a circa metà profondità del flaconcino, un tubetto che
ne fuoriesca altrettanto o anche più. In tal modo, premendo e poi
rilasciando il flacone, questo aspirerà per forza aria, o acqua ... o
le scagliette a cui avete avvicinato l'estremità esterna del tubicino.
Quando l'inclinerete nuovamente per risucchiare altre scagliette,
quelle che sono già dentro al contenitore non ne potranno più uscire e
scorreranno solo lungo i suoi fianchi interni, fino al tappo. L'immagine
è solo a titolo indicativo, senza tappo né tubicino.
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Zapp.
G. |
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